News

La rotta nautica: curiosità e utilizzo

da | Nov 20, 2017 | Tecnico

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Qualcuno potrà obiettare che la rotta si traccia e non si calcola, ma è anche vero che dopo averla tracciata qualche calcolo e diverse valutazioni occorre comunque farli.

Tolte le grandi traversate a scopi commerciali o militari, dove occorre consumare il meno possibile impiegando meno tempo possibile, e le competizioni transoceaniche dove occorre arrivare prima degli avversari abbattendo i record, quel che resta sono le rotte nautiche a beneficio dei diportisti, dove il tempo diventa più relativo e dove la lunghezza è senz’altro più ridotta.

Quindi il piano cartografico su cui figurativamente si naviga diventa una superficie piana e non sferica e pertanto la lossodromia e l’ortodromia quasi coincidono.

Come si calcolavano le rotte nautiche sino ad ora

Le azioni che fino a qualche decennio fa il diportista faceva erano il risultato delle esperienze storiche di navigazione, che venivano e vengono insegnate ancor oggi nei corsi per la patente nautica:

  • tracciare sulla carta nautica una linea retta con la matita, facendo attenzione alle secche e agli ostacoli terrestri (in particolare isolette e promontori che involontariamente talvolta stazionano proprio dove si vorrebbe navigare);
  • leggere con le squadre o goniometro l’angolo di rotta rispetto al Nord vero, cioè rispetto al meridiano più vicino (o a quello più lontano tanto con la proiezione di Mercatore sia i meridiani che i paralleli sono tutti paralleli);
  • convertire il N vero nel Nord bussola, togliendo la declinazione magnetica, la deviazione e l’angolo di scarroccio;
  • dare l’ordine al timoniere, per esempio: “Rotta 118°”;

UN SISTEMA TUTT’ALTRO CHE PERFETTO

La declinazione magnetica è un valore variabile nel tempo, tant’è che le carte nautiche andrebbero sì tenute aggiornate riportando gli avvisi ai naviganti ma andrebbero anche sostituite con carte nuove dopo qualche anno. Se infatti per esempio ne avete una del 1995 che riporta una declinazione magnetica di 2° E con aumento annuale di 6’, succede che nell’anno 2015 vi trovereste con una conversione pari a – 4° (= – (2°+ 6’ x 20 anni)), il che significa che la vostra rotta per 118° diventerebbe 114°. Se poi aspettate ancora un po’ di anni usando la stessa carta scoprireste che il Nord è diventato l’Ovest, il che non è né incoraggiante né possibile.

La deviazione dipende dalla posizione e dalle geometrie delle masse ferrose sulla vostra barca (e della quale voi dovreste avere conoscenza e taratura tramite la tabella delle deviazioni residue fatta da un perito compensatore iscritto al rispettivo Albo professionale, peccato che anche solo una radiolina portatile col suo altoparlante influisca notevolmente sulla faccenda. L’angolo di scarroccio poi è un qualcosa di assolutamente arcano: è il risultato finale del sommarsi o sottrarsi dell’andatura della vostra barca (se è a vela, tra bolina e lasco l’angolo varia di un bel po’ di gradi), delle forme dello scafo (se è basso stretto e fondo o se è alto largo e piatto reagisce al vento in modo molto diverso), della corrente presente (minestrone in continuo divenire tra salinità, temperatura, pressione atmosferica e maree). Tanto per dire qualcosa sulla corrente, in alto Adriatico il suo movimento principale è in senso anti orario e raggiunge anche 1 nodo variando con la marea; così, attraversando dall’Italia alla Croazia capita sempre che quel che si perde verso SW (anche 4-5°) partendo lo si riguadagna verso NW prima di arrivare….ma non sempre e con la stessa entità.

Ma sul calcolo della rotta non è tutto qui!

Anche ammesso che per una fortuita coincidenza astrale l’operazione di conversione sia stata fatta correttamente, sfido qualsiasi timoniere a tenere una rotta di 118° con una bussola da diporto dove la sensibilità (cioè il valore tra una tacca e l’altra) è al minimo di 5°. Povero timoniere: già gli sarà difficile far procedere la barca lungo una linea retta, quando poi sulla rosa potrà leggere solo 90° o 120° con in mezzo cinque tacche, farla procedere per 118° gli diventerà proprio impossibile!

Quindi quello che in realtà si faceva una volta, dopo aver tracciato la rotta, era: leggere sulla carta l’angolo rispetto al Nord vero, mettersi senza tanti calcoli al timone con molta buona volontà, non rilassarsi con una birra ma vigilare col binocolo alla ricerca di svariati punti cospicui nella speranza di riconoscerli e finalmente essere così in grado di “aggiustare la rotta”. Così facendo si sbagliava un po’ – talvolta di un bel po’ – ma si arrivava ugualmente.

Fonte: www.ormeggionline.com[/vc_column_text][vc_btn title=”Scopri di più sulle tecniche di navigazione” shape=”square” color=”primary” size=”lg” align=”center” link=”url:http%3A%2F%2Fmarinasveva.com%2Fcategory%2Fservizi%2Ftecnico%2F||target:%20_blank”][/vc_column][/vc_row]

Share This